La basilica di Santa Maria in Cosmedin venne realizzata nel corso del VI secolo sui resti dell’Ara Maxima Erculi  del Foro Boario  rutilizzando una vasta aula con portici su colonne di età flavia, ancora oggi in parte inglobate nelle murature. Nell'VIII secolo vi furono ospitati dei monaci bizantini fuggiti dalle persecuzioni degli iconoclasti d'Oriente e nel tempo fu così chiamata dall’aggettivo greco “kosmidion” ovvero “bello”, per la ricchezza degli impianti artistici in essa conservati. Nel XII secolo all’esterno furono aggiunti il portico ed il poderoso campanile romanico mentre l’interno fu arricchito con il matroneo, il pavimento marmoreo cosmatesco, la rara Schola Cantorum, l’ambone ed il pulpito, la transenna architravata. Notevoli anche il baldacchino gotico e la cattedra episcopale  addossata all’abside,  pregevole opera di Alfano. Tutte insieme queste opere rappresentano una mirabile testimonianza dell’arte medievale. Sotto l’altare si accede alla cripta  a pianta basilicale, creata nel VIII secolo per custodire le reliquie qui portate da Papa Adriano, trasformando il podium del tempio dedicato a Cerere. Una delle principali reliquie è il cranio di San Valentino, il patrono degli innamorati. Tra le altre opere vi si conserva il mosaico voluto da Giovanni VII nel 706 per la Basilica di San Pietro e poi spostato nell’attuale sacrestia.