Il Grande tempio di Iside che sorgeva in Campo Marzio fu per secoli un vero angolo di Egitto nel cuore della Roma Imperiale. Con i suoi 240 metri di lunghezza sorgeva nella zona compresa tra il Pantheon e il Campidoglio. La diffusione del culto di Iside e i suoi misteri inizia nel I sec a.C. e, con alterne vicende, culmina in età imperiale con l'affermazione di una vera e propria religione isiaca. Centinaia erano gli altari e i sacelli privati, molti i templi ma il più grande e influente rimase per secoli l'Iseum Campense, cosi importante da essere l'ultimo tra gli templi pagani chiuso dall'editto di Tessalonica. Sopravvivendo alla caduta dell'impero, la sapienza Egizia viene riscoperta dalla mistica medioevale e dagli intellettuali del Rinascimento: la ricerca di questa perduta sapienza porterà il barocco a innalzare nuovamente gli Obelischi abbattuti dall'incuria dal tempo. Ripercorrere le evidenze egizie e egittizzanti disseminate nel cuore di Roma è un modo per riscoprire un lato nascosto della Città Eterna e di come questa presenza abbia affascinato schiavi, imperatori, intellettuali, filosofi e abbia sedotto persino la corte papale. A Piazza del Campidoglio ammireremo le statue del Nilo e del Tevere e i leoni di Nectanabo, che ornano la base della scalinata. A piazza Venezia ci fermeremo all'angolo della basilica di San Marco per “interrogare” la Statua Parlante di Madama Lucrezia, la cui storia inizia ben prima di Pasquino. Proseguendo per Via della Gatta arriveremo a piazza del Collegio Romano, comporremo un vero e proprio mosaico fatto di statue e obelischi, e seguendo gli Appunti di Athanasius Kircher, “Il Gesuita che conosceva ogni Cosa”, scopriremo il significato nascosto dell'Elefantino della Minerva. In piazza Navona, guarderemo alla Fontana dei quattro fiumi e al suo Obelisco non solo come capolavoro del Barocco ma come il monumento della Roma dei Papi che sancisce il suo gemellaggio con l'Egitto Eterno.